Aung San

La strada tra Old Bagan e Nyaung all’alba veniva invasa dalla luce del sole e da tutto quel groviglio indistinto di persone che iniziavano la loro giornata. Mi fermavo spesso sul ciglio di quella strada in un minuscolo tea shop gestito da un energico ometto sempre intento a friggere e preparare lapei, un luogo eccezionale per scattare fotografie comodamente seduti ad un tavolino sorseggiando un tè. Come sempre, nei luoghi che frequento e nei quali sono accettato senza troppi problemi, non insisto nel fare foto ai proprietari, a meno che non lo vogliano, ed era stato lui una mattina a chiedermi questo suo “ritratto” che non poteva prescindere, a suo dire, da un altro ritratto, il ritratto del suo eroe, nonché eroe di tutto il Myanmar: Aung San. Padre della nazione e padre di Aung San Suu Kyi, fatto uccidere dal suo rivale U Saw pochi mesi dopo aver dichiarato l’indipendenza della Birmania. Un uomo che, avendo avuto contatto con il potere per così poco tempo, non si era lasciato macchiare da tutto quello che l’esercizio del potere porta con sé, un eroe puro il cui ritratto, come il ritratto di sua figlia, poteva restare in quel momento ben esposto in ogni casa in Myanmar, mentre fino a qualche tempo prima doveva essere nascosto. Notizie sempre più drammatiche arrivano dal Myanmar e non possono che far temere per le possibili evoluzioni di un momento così delicato. Nella speranza che non si torni a tempi bui in cui il possesso di un ritratto possa mettere in pericolo la propria vita e quella dei propri cari, un pensiero va allo straordinario popolo birmano.

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