MASCARAS
Traditional Sardinian masks, costumes and timeless rituals, lives and stories told through a series of portraits highlighting the power exerted by masks on people.
MASCARAS – Il potere della maschera –
Suoni cupi e solenni, corpi vestiti di pelli, simbiosi tra umano e animale, riti di morte e rinascita così distanti dalla concezione del moderno carnevale, da manifestare origini che si perdono nel tempo, volti celati dalla cenere, dall’ocra, dalle maschere. E oltre quelle, il presente dei luoghi in cui i riti si svolgono, le vite, i sogni e la memoria di chi indossa quelle maschere ogni anno e che, finita la celebrazione, riprende possesso della propria individualità, tornando ad essere ciò che tutti siamo. Una persona.
E come il termine “persona” ha origine dal latino per sonar, suonare attraverso, nome dato alle maschere lignee usate dagli attori teatrali, l’etimologia di questa parola, che abbraccia due mondi così connessi, può
essere considerata il fulcro di questo lavoro di ricerca fotografica, incentrato sulle maschere tradizionali e storiche della Sardegna centrale e sulle vite delle persone che ogni anno le indossano, durante manifestazioni che affondano le loro radici nelle ritualità sacre delle antiche popolazioni locali.
Nell’incontro tra la maschera e la persona sta l’incontro tra i due tempi che da sempre hanno caratterizzato la vita delle civiltà, il tempo circolare ed il tempo lineare, che nel corso della storia sono andati sovrapponendosi con due distinte percezioni della realtà: la prima che la avverte pervasa di sacralità, l’altra che la vive come dimensione profana. Il tempo circolare è quello degli dei, del mito, del rito, della fiaba: una dimensione dove si confondono e si consumano annualmente, per rigenerarsi ogni anno, il passato, il presente e il futuro. Il tempo lineare è invece quello della storia, della successione di vite e di eventi irripetibili, il tempo del progresso e della modernità.
Il lavoro ha avuto come primo soggetto la forza iconica che la maschera esercita verso chi la indossa e verso chi la osserva. Come un’entità a sé stante la maschera sembra infatti farsi indossare e osservare secondo una propria volontà. Se la partecipazione ai riti, soprattutto in età infantile, può far assimilare certi atteggiamenti e comportamenti, questo lo si può dire per la parte macroscopica dell’evento, per i passi e le movenze, ma la parte più intima dell’essere parte del rito, fatta di sfumature e di interiorità, passa
attraverso un percorso differente che coinvolge in modo esclusivo la maschera e chi la indossa. Per questa ragione è stato scelto di ritrarre i protagonisti e le maschere decontestualizzando quanto più possibile il
soggetto dal contesto rituale e abituale, perché fosse messo in evidenza quel rapporto soggettivo e sottile tra persona e maschera, che durante le celebrazioni viene spesso oscurato dalla ritualità condivisa che torna ad essere predominante.
Allo stesso modo, evitando di avvisare con troppo anticipo le persone coinvolte, queste sono state ritratte, una volta spogliate dalle maschere e dai costumi, appena ripresa la propria individualità, vestite come ogni giorno, di ritorno o in partenza per ciò che occupa le loro vite. Questa seconda serie di ritratti mette ancora più in evidenza il potere esercitato dalle maschere sulle persone, le stesse che pochi istanti prima interpretavano con forza e sicurezza un ruolo, anche al di fuori del contesto abituale nel quale solitamente lo fanno, messe nuovamente di fronte alla macchina fotografica reagivano in modi talvolta diametralmente opposti, mettendo in luce timidezza o insicurezza.
La parte conclusiva del lavoro ha riguardato la sfera più intima dei soggetti ritratti, le loro storie, il loro lavoro, il rapporto con la propria terra, l’orgoglio di partecipare ai riti del carnevale, i sogni, le paure.
Quest’ultima parte è il completamento di un percorso che muove attraverso Il tempo circolare della maschera ed il tempo lineare delle vite delle persone, tra fotografie negli abiti di tutti i giorni e interviste scaturite dai momenti trascorsi insieme. Storie di lavoro e di disoccupazione, storie di vite nella natura e storie di industrie chimiche, di emigrazione, storie di studenti, pastori, sindaci, volontari della protezione civile, tutte accomunate dalla partecipazione ai riti di una terra che non rinuncia alle proprie origini e tradizioni, persone che durante la vestizione rinunciano alla propria individualità e al proprio tempo per diventare entità che qualcuno è stato prima di loro e qualcuno sarà in futuro, tutte inconsapevolmente soggette ad un potere più forte e antico degli stessi riti.
HONORABLE MENTION @ INTERNATIONAL PHOTOGRAPHY AWARD
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MASCARAS – The power of the mask –
Traditional Sardinian masks, stunning costumes and timeless rituals, lives and stories told through a series of portraits highlighting the extraordinary power exerted by masks on people.
The word “person” is the key point of this photographic research. Il takes origin from the Latin phrase per sonar: “to play through”. Persona was also the name given to wooden masks used by theater actors. My project focuses on traditional Sardinian masks and on people who wear them following ancestral rituals of local populations. Sardinia is the second largest island in the Mediterranean Sea, with a very old and complex history. While the costs were easier to reach for conquerors, the up-country has been preserved from the influence of other civilizations. Here, millenary rituals related to the cycles of seasons still survive to the present day.
The iconic power exerted on the wearer by the mask is the subject of this photographic research conducted in more than 20 villages, for more than 60 traditional masks, through the heart of Sardinia. The focus of my work is not on the macroscopic side of performances, but on the most intimate part of an intense and profound ritual involving exclusively the mask and the wearer. That is why I chose to portray people by abstracting them from the ritual context in order to highlight the subjective relationship between person and mask.
After the first session, people have been photographed in their ordinary clothes, back to their everyday lives. This second series emphasizes the power of masks: the same people looking strong and confident in their previous disguise now reacted in a completely different way towards the camera, showing shyness and insecurity.
Mascaras is about people giving up their individuality behind the masks to become timeless beings belonging at once to the past and to the future. All unknowingly subjected to a power older and stronger than History. The power of the mask.
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